Riforma della comunicazione pubblica, cosa prevede la legge 151?

03 Febbraio 2020

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E' tempo di cambiamenti e se questi riescono a portare alcune migliorie forse saremo un po' tutti a guadagnarci; prendiamo ad esempio la Legge 151, per chi non lo sapesse questa andrà a sostituire la ormai obsoleta 150/2000, dunque, che la riforma della comunicazione abbia inizio!

Arriveranno molte novità, ad esempio l'organizzazione di nuovi uffici, al loro interno ci saranno sia giornalisti pubblici, che comunicatori di un certo livello, i quali seppur abbiano profili differenti dovranno collaborare in perfetta sinergia quotidianamente.

Al centro di questa riforma ci saranno strumenti sempre più attuali, ma che rappresenteranno anche il futuro, ovvero i social media, senza dimenticare le chat in real time, ed i podcast, elementi chiave che saranno in grado di offrire una maggior qualità, migliorando l'interazione con il pubblico.

I servizi pubblici hanno bisogno di tutto questo!

Serve portarsi al passo con i tempi, offrire all'utente un supporto migliore, così come anche lavorare utilizzando strumenti che in un certo senso possano portare qualità.

Un altro punto molto interessante della Legge 151 è senza ombra di dubbio la trasparenza comunicativa, essa rappresenta una funzione essenziale se si parla di comunicazione al cittadino, ed il suo obiettivo non sarà solo quello di veicolare un messaggio chiaro e diretto a tutti, ma anche di andare a svolgere un'attività di prevenzione alla corruzione.

Trasparenza ed anticorruzione, però, sono due argomenti differenti, parliamo di due mondi che meriterebbero la giusta attenzione, dunque ci sarà un responsabile della trasparenza, con profilo giornalistico, ed un responsabile dell'anticorruzione, il quale vanterà un profilo giuridico.

Rispetto alla legge precedente, ovvero la 150/2000, le figure professionali non cambiano, ma ne sono state aggiunte alcune che un tempo non potevano esistere, ovvero il giornalista pubblico e lo specialista della comunicazione istituzionale.

I cambiamenti, però non si fermeranno qui, c'è tanto da valutare, ed elementi che ormai sono ritenuti obsoleti, motivo per cui sentiamo aria di rinnovamento, il che è un buon segno!

E poi massima attenzione all'uso dei social network

Al giorno d'oggi nelle PA i social non sono più una novità, la loro diffusione è riuscita a portare tanta qualità, eppure sembra che i loro meriti e la loro importanza non siano ancora del tutto riconosciuti all'interno dell'organizzazione pubblica, è opportuno quindi cambiare qualcosa.

Con la Legge 151 deve nascere una sorta di quadro di riferimento, qualcosa che possa far capire a tutti in che modo debbano essere utilizzati i social, ponendo la massima attenzione su aspetti chiave, a partire dalla privacy, passando per i tempi di risposta, fino ad arrivare al piano editoriale.

Tutte le pubbliche amministrazioni potrebbero orientarsi al meglio attraverso una Social Media Policy che a livello nazionale andrebbe a regolare il tutto, ma non solo, perchè se di innovazione si deve parlare, allora verranno introdotte anche altre professionalità ritenute punto di riferimento in una nuova frontiera della comunicazione pubblica.

Con la Legge 151 i progetti di crescita sono tanti, ma anche i punti da trattare, tra cui:

• Importanza del digitale;

• Creazione di un ufficio che sia il più possibile unificato;

• Andranno rivisti gli orari lavorativi, ed i ruoli di ogni profilo;

• Titoli e formazione rivestiranno un ruolo importantissimo;

• Sviluppo di un piano di comunicazione che si fonderà con il piano di performance;

• Eventuali sanzioni;

• Assistenza e piano di previdenza.

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