Residui PNRR: 5 errori da evitare nel loro utilizzo

Residui PNRR: 5 errori da evitare nel loro utilizzo

Con la Direttiva del 23 gennaio 2025, il Dipartimento per la trasformazione digitale ha fornito un importante chiarimento: le somme residue non vincolate derivanti da finanziamenti a forfait possono essere riutilizzate dagli enti attuatori per iniziative coerenti con gli obiettivi originari, a condizione che i progetti iniziali siano stati completati con successo.

Questo margine di autonomia rappresenta una concreta opportunità per Comuni ed enti locali di rafforzare la transizione digitale, ma comporta anche dei rischi: decisioni affrettate, scelte poco strategiche o investimenti incoerenti possono annullare i benefici attesi. In questo articolo analizziamo i 5 errori più frequenti da evitare nella gestione delle somme residue del PNRR e offriamo spunti operativi per una pianificazione efficace e sostenibile.

1. Agire senza una visione strategica di lungo periodo

L’errore più diffuso è quello di considerare i fondi residui come un’occasione da “spendere rapidamente”, in una corsa contro il tempo per non perderli. Questa logica, seppur comprensibile, è pericolosa.

Perché evitarlo
Utilizzare i fondi senza un piano strategico può portare a investimenti frammentati, duplicazioni di soluzioni o attivazioni non allineate agli obiettivi di digitalizzazione dell’ente. Ciò rischia di generare discontinuità, inefficienze o persino obsolescenza nel breve termine.

Cosa fare invece
Effettua una mappatura del patrimonio digitale dell’ente: quali servizi sono attivi? Quali strumenti funzionano bene e quali necessitano di aggiornamento? Quali sono le esigenze degli utenti finali (interni ed esterni)? Queste informazioni aiuteranno a definire priorità coerenti e a costruire una roadmap sostenibile.

2. Sottovalutare il valore della manutenzione evolutiva

Spesso si tende a privilegiare l’attivazione di nuove soluzioni, trascurando l’importanza di potenziare o aggiornare ciò che è già in uso. In realtà, molti sistemi implementati con i fondi PNRR hanno bisogno di manutenzione evolutiva, adeguamenti normativi o miglioramenti funzionali.

Perché evitarlo
Ignorare i sistemi esistenti significa esporre l’ente al rischio di non conformità (es. trasparenza, nuovo Codice Appalti), perdita di efficienza o insoddisfazione da parte degli utenti. Inoltre, aggiornare un sistema attivo è spesso più economico e rapido rispetto a una nuova attivazione.

Cosa fare invece
Valuta interventi di aggiornamento software, attiva moduli aggiuntivi utili (es. per segnalazioni, trasparenza, procedimenti online) e prevedi percorsi di formazione per i dipendenti. Queste azioni migliorano la qualità dei servizi già attivi e prolungano la loro utilità nel tempo.

3. Impegnare le risorse senza rispettare la coerenza progettuale

La Direttiva 2025 raccomanda espressamente di preservare la coerenza con le finalità del progetto originario. Questo vincolo, seppur non rigido come nei bandi, va rispettato per mantenere una linea di continuità tra interventi e obiettivi.

Perché evitarlo
L’utilizzo improprio dei fondi potrebbe generare criticità in sede di verifica, ridurre la legittimità dell’intervento o, peggio, portare a contestazioni a posteriori.

Cosa fare invece
Recupera la documentazione progettuale iniziale (es. progetto di transizione digitale, dichiarazione di coerenza) e verifica che le nuove azioni siano allineate con i principi guida del PNRR: digitalizzazione, semplificazione, interoperabilità, sicurezza, accessibilità.

4. Ignorare la dimensione della sostenibilità operativa

Un intervento è efficace solo se può essere mantenuto e gestito nel tempo. Spesso gli enti attuatori, nella fase di chiusura progetto, non considerano gli oneri di gestione post-attivazione, come gli aggiornamenti tecnologici, la sicurezza o il supporto tecnico.

Perché evitarlo
Un progetto digitale senza sostenibilità rischia di diventare rapidamente inservibile. Inoltre, la mancanza di piani di continuità può compromettere l’immagine dell’ente e la soddisfazione degli utenti.

Cosa fare invece
Prevedi risorse (interne o esterne) per l’aggiornamento continuo delle soluzioni, valuta contratti di supporto e assicurati che le scelte siano scalabili nel tempo. Dove possibile, privilegia soluzioni integrate per ridurre il carico gestionale.

5. Trascurare la trasparenza nelle scelte e nella documentazione

Anche se le somme residue non sono vincolate a nuova rendicontazione formale, è buona prassi documentare le scelte effettuate e comunicarle in modo trasparente. Questo non solo rafforza la legittimità dell’ente, ma costituisce una misura preventiva in caso di controlli futuri.

Perché evitarlo
L’assenza di documentazione e tracciabilità decisionale può generare incertezza, contenziosi interni e mancanza di accountability.

Cosa fare invece
Redigi una determina che descriva chiaramente: disponibilità delle risorse, obiettivi di riutilizzo, motivazioni, azioni previste e criteri di selezione. Valuta di pubblicare sul sito istituzionale una comunicazione riassuntiva per garantire la massima trasparenza.

 

In sintesi, i residui PNRR rappresentano una leva concreta per dare continuità agli investimenti già realizzati e costruire un’amministrazione più digitale, efficiente e sostenibile. Ma per sfruttarne appieno il potenziale è fondamentale evitare gli errori più comuni e adottare un approccio strategico, orientato al lungo periodo.

Una gestione consapevole, trasparente e coerente delle risorse residue non è solo una “buona prassi”, ma un passo decisivo per il consolidamento della trasformazione digitale nella Pubblica Amministrazione.

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